martedì 27 febbraio 2007

l'UVA

Una serie di uve che producono il nettare degli Dei..
LAMBRUSCO

SANGIOVESE

NEBBIOLO

NERO D'AVOLA

ALBANA













giovedì 1 febbraio 2007

Lambrusco VS Sangiovese

A grande richiesta pubblico una "classica sfida" storico-politico-economica della mia regione:

Lambrusco vs Sangiovese
(Emilia) vs (Romagna)
Il Lambrusco è un vino dalle caratteristiche particolari, inimitabile, del tutto originale, straordinario e forse unico tra tutti i vini contemplati dall'intera enologia.Pensate: un vino rosso... frizzante!Probabilmente, l'insieme delle sue peculiarità è il risultato dello straordinario compendio delle terre, del clima e del carattere delle genti emiliane: uno strano impasto di cordialità, generosità, ma anche di schiettezza e di franchezza. Un prodotto del quale in tutta l'Emilia, ed in particolare qui a Modena, si va particolarmente fieri e con cui si è instaurato un rapporto che non è solo di consumo, ma anche affettivo. Già, proprio a Modena in modo particolare.Perché Modena è la culla di origine e la vera patria del Lambrusco, come testimonia un'ampia raccolta di documenti storici. Ma esiste un secondo motivo per cui in questa città siamo orgogliosi, ed anche un poco gelosi, del nostro Lambrusco: Lambrusco è il nome di un gruppo di vitigni di matrice comune, tra loro simili, ma non identici, ed è proprio a Modena che si sono evolute quelle qualità di uve da sempre considerate le più nobili, l'autentica aristocrazia del Lambrusco, quelle varietà - così precisamente individuate dalle testimonianze storiche - che a buon diritto possiamo considerare gli "antenati" dei tre tipi di Lambrusco DOC tutelati dal consorzio.Con un carattere così allegro e gioviale, gradevole ma mai troppo "impegnativo", versatile e quindi sempre all'altezza di ogni situazione, al Lambrusco è bastato poco tempo per farsi tanti amici, anche al di fuori di questa terra emiliana che lo ha visto nascere.Non a caso è divenuto in breve - a partire dagli anni '70 - il vino italiano più conosciuto e bevuto nel mondo. E' un vino simpatico, che conquista, e con la sua spuma briosa mette allegria.Di antiche e nobili origini ha subito, nel corso degli anni, una lenta evoluzione che non ha prodotto modifiche sostanziali alle sue particolari caratteristiche, limitandosi invece ad affinarle ed esaltarle progressivamente.

Fin dai tempi più antichi, presso molti popoli e in parecchie culture il tre è sempre stato simbolo della molteplicità nell'unità e pertanto è sempre stato considerato il simbolo della perfezione. Come tutte le cose veramente importanti anche il Lambrusco DOC non poteva sottrarsi alla regola del tre, e così a Modena di Lambrusco DOC non ce n'è uno solo, ma ve ne sono tre:

  1. Lambrusco di Sorbara
  2. Lambrusco Salamino di Santa Croce
  3. Lambrusco Grasparossa di Castelvetro

Sono tutti fratelli, ovviamente, nel senso che insieme appartengono alla grande famiglia del Lambrusco e quindi hanno determinati attributi comuni, ma ciascuno ha una propria fisionomia distinta, che deriva innanzitutto dalle diversità delle caratteristiche naturali dei vitigni impiegati, dalle peculiarità delle zone di origine, differenti nella composizione del suolo e nel microclima, e per ultimo - ma non in ordine di importanza - dal lavoro dell'uomo. Tre individualità diverse dunque, che da sempre hanno distinto "l'aristocrazia" del Lambrusco raggiungendo i livelli qualitativi più elevati, con una grande passione in comune: quella dell'allegria e della buona cucina.

Il SANGUE della ROMAGNA

Le prime notizie sul Sangiovese risalgono al lontano '600; si narra che durante un banchetto tenuto nel Monastero dei Frati Cappuccini in Santarcangelo di Romagna, alla presenza di Papa Leone XII ed illustri ospiti, fu servito questo vino prodotto dagli stessi monaci. Il vino fu molto apprezzato e ne fu chiesto il nome. Un monaco, con prontezza di spirito, disse che il vino si chiamava “Sunguis di Jovis” = Sangue di Giove (Sanjovese). Col passare degli anni, questo vino assunse a simbolo della terra di Romagna, grazie anche ad attenti ed intelligenti produttori.A livello nazionale le uve di Sangiovese da sole o associate ad altre, concorrono alla produzione di vini famosi quali il Brunello di Montalcino, i vari Chianti, Il Forgiano Rosso, il Rosso Conero e tantissimi altri. Il Sangiovese prodotto nell’area romagnola, negli ultimi dieci anni, ha riscontrato una visibile e costante crescita qualitativa, che nelle punte di eccellenza regge il confronto dei più famosi Sangiovesi sopracitati Si dice che il Sangiovese della Romagna (Sanzve’s) contenga il carattere dei romagnoli: franco, esuberante, schietto robusto ed ospitale e nello stesso tempo ruvido, all'esterno, ma sincero e delicato, all'interno. Il vino Sangiovese , in Romagna, viene prodotto con diverse tipologie (denominazioni): - Sangiovese del Rubicone - I.G.T.- Sangiovese di Forlì - I.G.T.- Sangiovese di Romagna - D.O.C. Novello- Sangiovese di Romagna - D.O.C.- Sangiovese di Romagna - D.O.C. Superiore RiservaIl colore di questo vino è un bel rosso rubino, con sentori di viola e frutti rossi, al gusto si presenta asciutto, armonico e leggermente tannico, con retrogusto gradevolmente amarognolo E' un signor vino, che si accompagna a: tutte le minestre (casalinghe) condite con ragù di carni, con arrosti misti e grigliate, con i classici 'castrato' e 'cosciotto d'agnello' , con selvaggina e cacciagione, nonché con stracotti e brasati.

Emilia-Romagna: Lambrusco e San Giovese
Le antichissime tradizioni enologiche dell’Emilia-Romagna sono testimoniate dal ritrovamento nel 1878 di una grande coppa di argento di epoca romana detta “Gutturnium” da cui trae il nome uno dei vini della regione: il Gutturnio. Oggigiorno l’Emilia-Romagna è una delle regioni italiane che producono più vino: dalle pendici dei monti Appennini fino alle pianure del fiume Po e alle coste dell’Adriatico il paesaggio è dominato dai vigneti. E’ questa una regione dove le tradizioni vitivinicole si mescolano con successo alle tradizioni gastronomiche: la buona tavola e la compagnia sono una costante del vivere quotidiano degli abitanti dell’Emilia-Romagna. Vediamo quali sono le zone vinicole principali.Tra Piacenza e Bologna si estende la zona dell’Emilia, zona caratterizzata dal vitigno Lambrusco. E’ questo un vitigno autoctono dalle origini antichissime: si pensa che derivi dalla vite silvestre che cresceva spontaneamente al tempo degli antichi romani. Dà origine al vino omonimo che, curiosamente, viene considerato il vino giovane per eccellenza. Vino rosso naturalmente frizzante dal caratteristico profumo fruttato, si accompagna bene ai salumi locali. Si coltivano in zona anche vitigni di importazione come il Cabernet Sauvignon e lo Chardonnay che danno il meglio di sé sulle colline intorno a Bologna dove il clima ed il terreno sono particolarmente favorevoli.Tra Bologna e Rimini si sviluppa la zona della Romagna: zona intensamente coltivata a vigneti dove il vitigno più diffuso è quello a bacca rossa Sangiovese. E’ questa la zona che dà origine anche al primo vino bianco italiano ad ottenere la D.O.C.G.: l’Albana di Romagna. Si ottiene dal vitigno autoctono omonimo, che la tradizione fa discendere dagli antichi romani, può essere secco, amabile, dolce e passito.

Il sangiovese scorre abbondante sulle tavole della Romagna. Il sangiovese è un prodotto importante della tradizione romagnola ed uno specchio del territorio e dell’orgoglio locale. Pur rappresentando una grande risorsa per la viticoltura italiana in genere, dal momento che il vitigno sangiovese è assai diffuso a livello nazionale e concorre alla produzione di vini di grande forza e sapore come, ad esempio, il Chianti ed il Brunello di Montalcino, il sangiovese è romagnolo di nome e di fatto.Si dice che il sangiovese della Romagna contenga il carattere dei romagnoli: franco, esuberante, schietto robusto ed ospitale e nello stesso tempo ruvido, all'esterno, ma sincero e delicato, all'interno. Il sangiovese di Romagna Doc viene prodotto da uve raccolte in un’ampia zona collinare compresa nelle provincie di Bologna, Forlì–Cesena, Rimini e Ravenna ed è stato il primo ad essere riconosciuto tra i vini Doc nel comprensorio romagnolo. La Doc prevede le tipologie Novello, Superiore e Riserva. Il vino novello, ottenuto con almeno il 50% di vino proveniente dalla macerazione carbonica delle uve, è un'esplosione di profumi, colori ed esuberanza giovanile. Il sangiovese può portare la qualifica Superiore se le uve provengono da un'area limitata all'interno della zona di produzione e garantiscono al vino una gradazione alcolica minima del 12% e può essere messo in commercio solo a partire dal I° aprile dell'anno successivo alla vendemmia, mentre con 2 anni di invecchiamento può portare la qualifica Riserva. La produzione del sangiovese di Romagna Doc prevede la pigiatura delle uve, che vengono messe a fermentare e a macerare con la vinaccia. Finita la macerazione, la svinatura permette la separazione delle bucce e dei vinaccioli dal mosto-vino. A questo punto il vino viene travasato più volte, per eliminare eventuali sostanze solide e in seguito avviato all’affinamento e all’invecchiamento. Al termine di questo periodo, il vino, viene stabilizzato e infine imbottigliato.Le prime notizie storiche sul vitigno sangiovese risalgono al 1600, mentre il suo nome (in dialetto "sanzve’s") sembra derivare dal “Monte Giove”, una collina che si trova presso Sant'Angelo di Romagna. La tradizione è affidata ad una leggenda locale secondo la quale i frati cappuccini del convento di Sant’Angelo, che tra le altre cose coltivavano la vite e producevano un favoloso vino rosso, un giorno ospitarono nel loro convento, un illustre personaggio. I frati offrirono all’ospite il loro vino. Questi, gradì tale vino e ne chiese il nome, mettendo i frati in imbarazzo poichè‚ non avevano mai pensato di dargli un nome. Uno dei monaci, però, con prontezza di spirito disse che il vino si chiamava Sanguis Jovis (Sangue di Giove), nome che nei secoli si mutò in "Sangue di Giove" e poi in "sangiovese". Il sangiovese è il simbolo dell'Ente Tutela Vini di Romagna, consorzio di produttori sorto nel 1967 con lo scopo di tutelare e valorizzare i Vini di Romagna e vigilare sulle DOC. L'Ente lega, inoltre, la sua immagine a quella del Passatore, leggendario brigante del 1800.
Caratteristiche: colore rosso rubino, talora con orli violacei; profumo vinoso, , arricchito da un profumo delicato che talvolta ricorda la viola, sapore asciutto, armonico, talvolta leggermente tannico, con retrogusto gradevolmente amarognolo.Abbinamenti: Il sangiovese di Romagna Doc si abbina bene ad antipasti a base di salumi, a piatti a base di carni rosse, arrosti misti e grigliate, a primi piatti di pasta secca o ripiena con sughi di carne e pomodoro, a parmigiano e grana stagionati e formaggio di fossa. Il sangiovese superiore è più adatto a pietanze come brasato, selvaggina di piuma e faraona.Va servito a temperatura di cantina Per conoscerlo meglio, a Predappio c'è la Ca' de Sanz'Ves, enoteca gestita dall'Ente tutela vini romagnoli.